Cassetti


BERSABEA
Nelle credenze di Bersabea c’è una parte di vero e una d’errore. Vero è che due proiezioni di se stessa accompagnano la città, una celeste e una infernale; ma sulla loro consistenza ci si sbaglia. L’inferno che cova nel più profondo sottosuolo di Bersabea è una città disegnata dai più autorevoli architetti, costruita coi materiali più cari sul mercato, funzionante in ogni suo congegno e orologeria e ingranaggio…
da “Le Città Invisibili” – Italo Calvino
Bersabea
una città che si rispecchia in due sé stessa
in un miscuglio di virtù e perversione,
di oggetti preziosi e immondizia,
di apparenza e di sostanza.
Una città che interpreta il dualismo di ciascun uomo:
buono ma non veramente buono,
cattivo ma non del tutto cattivo.
Una città che non riconosce la sua identità
e nel timore di perdersi si copre di oggetti preziosi
non riuscendo ad identificare l’essenza.
Due cassetti uniti da un reticolato di legno, decorati con colori acrilici, contenenti un mosaico di materiali di recupero: stoffa, plastica, carta, viti e bulloni, pezzi di elettronica, sassi, piastrelle …ecc
una piccola libreria creata da quattro cassetti assemblati tra loro che hanno come sfondo un villaggio surreale

